Strabone racconta che Giasone si fermò presso la foce del fiume Sele e fondò un santuario dedicato ad Hera (Giunone). La mitologia è un’interpretazione poetica di eventi storici e probabilmente verso la metà del VII secolo a.C. la città di Sibaris fondò un emporio commerciale presso la foce del fiume Sele, ed anche un santuario dedicato ad Hera. Alcuni anni dopo, poi nacque Poseidonia – nome greco di Paestum. In breve, Poseidonia si sviluppò durante il VII secolo a.C. in due fasi distinte: il primo insediamento presso la foce del Sele e poco dopo la vera e propria città nacque in una migliore ubicazione. Più tardi, durante il V secolo a.C. i Lucani, una popolazione locale della Campania, invasero la regione e la stessa Poseidonia. Ma nel 273 a.C. i Romani riuscirono a conquistarla “romanizzandola” completamente: il suo nome divenne “Paestum”. Durante il I secolo d.C. però, un inatteso impaludamento del territorio minò la notevole floridezza della città: le acque del fiume Salso, che scorrevano lungo le mura meridionali del centro urbano, cominciarono a sommergere i campi e la stessa città. Probabilmente il fenomeno fu dovuto al fatto che i celebri pini lucani erano molto apprezzati per la realizzazione degli alberi di maestra delle navi e questo comportò nel tempo il completo disboscamento dell’area. Questo “disastro ambientale” causò a sua volta grossi sconvolgimenti nell’eco-sistema e l’ingrossamento del fiume Salso. Il fenomeno fu inarrestabile. Gli abitanti di Paestum dovettero abbandonare la loro città e nel tempo tutta la zona divenne completamente paludosa. Nei secoli poi la città campana e la sua memoria caddero nell’oblìo. Durante il XV secolo, quando l’archeologia divenne materia di studio, molti eruditi consultando testi antichi si imbatterono in numerosi cenni alla celebre città dimenticata con i suoi splendidi templi – ma nessuno riuscì a trovarla. Quando le rovine di Paestum furono ‘riscoperte’ dagli archeologi, Johann Joachim Winckelmann negli anni cinquanta del XVIII secolo evidenziava come le rovine di quella città avessero dato il via ad un apprezzamento generale ed entusiastico dell’arte greca. Paestum è celebre soprattutto per i suoi templi, unanimemente riconosciuti come fra i meglio conservati dell’antichità. I tre templi pestani sono la cosiddetta “Basilica” (550 a.C.), i templi di “Nettuno” (450 a.C.) e “Cerere” (500 a.C.): tutti sono in stile dorico. E come tutti i templi greci sono orientati verso est, cosicché all’alba i primi raggi del sole possano simbolicamente illuminare la facciata dell’edificio sacro.